ALEMANNO, INT – CONFASSOCIAZIONI: LETTERA AL MINISTRO DELL’ECONOMIA FRANCO “OCCORRE CAMBIO DI ROTTA SUL DECRETO RISTORI 5”

“Includere i professionisti e modificare modalità di calcolo e di assegnazione dei contributi a fondo perduto.”

Il Presidente dell’Istituto Nazionale Tributaristi (INT) e Vice Presidente vicario di CONFASSOCIAZIONI, Riccardo ALEMANNO, ha inviato una nota al Ministro dell’Economia e delle Finanze, Daniele FRANCO, circa il prossimo Decreto sui necessari contributi a fondo perduto per le attività produttive (c.d. Ristori 5).

Riccardo Alemanno

Riccardo Alemanno

Due le richieste-indicazioni contenute nella missiva, includere i professionisti e modificare le modalità di calcolo ed assegnazione dei contributi a fondo perduto.

Si legge infatti nella lettera di Alemanno: “…omissis… la presente al fine di evidenziare la necessità che nel prossimo Decreto sui contributi a fondo perduto per le attività produttive (c.d. Ristori 5), siano inclusi oltre alle imprese anche i professionisti siano essi iscritti alle casse private (ordini e collegi) o alla gestione separata Inps (ex lege 4/2013), al fine di dare un supporto a tutti coloro che lavorano e danno lavoro sul territorio nazionale, senza discriminazioni e dimenticanze.” ed ancora “…omissis…ribadisco, avendolo già indicato al Suo predecessore,  che è necessaria una modalità più equa, per il calcolo dei contributi a fondo perduto per imprese e professionisti, che non deve essere basata su rigide indicazioni di percentuali di perdita, ma sull’applicazione di una percentuale sulle perdite effettivamente subite tra il 2019 ed il 2020, liberandosi e liberandoci dalla ‘sindrome’ del 33% o 50% e dei codici Ateco che hanno causato incomprensibili dimenticanze ed inaccettabili differenziazioni. La perdita effettiva di fatturato come base imponibile al fine di attribuire contributi maggiori a chi ha avuto perdite maggiori, senza però dimenticare nessuno ed evitando le discriminanti esclusioni di chi si trovasse al disotto, a volte anche di un nonnulla, delle rigide indicazioni del 33 o 50 per cento.”

L’auspicio è che il vertice del Ministero dell’Economia e tutto il nuovo Consiglio dei Ministri, imprimano quel cambio di rotta necessario per dare maggiore equità ed incisività agli interventi a favore delle attività produttive.

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