CONFASSOCIAZIONI su HARVARD BUSINESS REVIEW di Settembre

Professioni 2.0: nasce CONFASSOCIAZIONI

di Francesco Bogliari

La legge 4/2013 che ha riconosciuto le professioni associative (quelle cioè non organizzate in ordini o collegi) e il successivo D.Lgs 13/2013 sul Sistema nazionale di certificazione delle competenzepromettono di portare forti innovazioni nel mondo storicamente statico e conservatore delle professioni italiane. La nostra rivista negli ultimi due anni ha seguito con attenzione il percorso della legge e oggi fa il punto con Angelo Deiana, che lo scorso 10 luglio ha fondato Confassociazioni, libera Confederazione di associazioni, federazioni di associazioni, coordinamenti, culturalmente e politicamente autonoma, nuovo soggetto che promette di diventare uno dei player principali dell’ampio settore di riferimento.

Da quali presupposti è nato il progetto Confassociazioni?

Dalla consapevolezza che siamo entrati in una nuova era in cui diventa fondamentale costruire una casa comune della rappresentanza delle associazioni professionali che diventi il punto di condensazione di tutti: professionisti, associazioni professionali, federazioni di associazioni, coordinamenti. Un soggetto finalizzato a conseguire l’obiettivo di accompagnare la crescita del sistema professionale nel suo complesso attraverso il dialogo continuo con le altre Parti Sociali.

Chi vi proponete di rappresentare?

Il nostro è un progetto inclusivo e non conflittuale. Siamo aperti a tutti. Sono solo due confini, uno normativo e uno sostanziale. Il confine normativo è quello del comma 2 dell’art. 1 della 4/2013. Il dialogo permanente e il rispetto delle competenze professionali saranno la stella polare del nostro rapporto con le professioni ordinistiche. Il confine sostanziale è la selezione “reputazionale” dei soggetti associati. La rappresentanza unitaria è una cosa bella ma si deve trasformare in un dovere concreto di qualità verso i cittadini consumatori. Non possiamo e non dobbiamo correre il rischio che i professionisti delle nostre associazioni finiscano a “Striscia la Notizia”!

Quali sono le linee guida su cui vuole lavorare Confassociazioni?

Gli orizzonti sono tanti: formazione, attestazione delle competenze ai sensi della 4/2013 e, soprattutto, certificazione delle competenze stesse ai sensi del D.Lgs 13/2013, una svolta epocale nel futuro di tutte le professioni e non solo. Bisogna comunque darsi delle priorità: la prima esigenza a cui vogliamo offrire una risposta concreta è quella di uscire dal modello delle microassociazioni, della scarsità di risorse, della frammentazione pseudo-competitiva fra le professioni associative di primo e secondo livello. Lo sforzo principale di Confassociazioni sarà quello di concludere accordi strategici e operativi con partner istituzionali, sociali e imprenditoriali al fine di rafforzare la struttura organizzativa e formativa delle associazioni facendo affluire risorse provenienti dall’esterno al sistema associativo.

Come riuscirete a reperire le risorse necessarie?

Ci sono tante risorse sul mercato che non sono sfruttate perché le associazioni non hanno dimensioni e processi organizzativi tali da potervi accedere. Se grandi e importanti organizzazioni come CNA, Confcommercio, Confartigianato hanno scelto di costituire Rete Imprese Italia per contare di più, anche le associazioni professionali e i loro soggetti di secondo livello devono lavorare per raggiungere lo stesso risultato.

Una sfida impegnativa: ma come fare in concreto?

Invece di drenare risorse dalle associazioni, la nuova Confederazione farà di tutto per valorizzare i fattori competitivi che le professioni associative possono esprimere come, ad esempio, moltiplicare le opportunità di business in rete, dialogando e confrontandosi con tutte le altre parti sociali. Il primo obiettivo è quello di firmare il contratto di lavoro degli studi professionali per la cosiddetta V Area. Quello delle risorse è un tema strategico anche per costruire percorsi stabili di aggiornamento continuo: il terreno del sistema associativo non va drenato ma va irrorato di risorse economiche e formative perché cresca e si rafforzi. È anche per questo che l’iscrizione a Confassociazioni è a contribuzione volontaria. Non cerchiamo soldi: vogliamo qualità, idee e voglia di lavorare per un futuro insieme.

Vi occuperete anche di welfare e pensioni?

Non potremo fare a meno di ragionare sulla frontiera del welfare che avranno nei prossimi decenni i professionisti iscritti alle associazioni 2.0. La previdenza, in particolare, è un problema che va affrontato di petto: i parametri contributivi della gestione separata Inps penalizzano in modo drammatico la competitività dei professionisti senza cassa e, cosa molto più grave, i giovani. Ci batteremo con tutte le nostre forze e le nostre competenze per cambiare questa situazione.

Al momento della chiusura di questo numero di Harvard Business Review, Confassociazioni, dopo sole due settimane dalla sua costituzione, conta già 67 aderenti tra soggetti di primo e di secondo livello. Torneremo sull’argomento nel Dossier  Professioni che pubblicheremo nel numero di novembre.

 

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Comunicati Stampa a cura di: Dott.ssa Adriana Apicella Direttore Generale CONFASSOCIAZIONI email: UfficioStampa@confassociazioni.eu